La tavola è tanto il luogo della più stretta intimità (dalla cucina di casa al self service della pausa pranzo) quanto lo spazio più aperto alla condivisione fra commensali: dall’osteria alla mensa aziendale le persone entrano in contatto per condividere un momento fondamentale della giornata. Ogni giorno a tavola, poi, ognuno compie preziose quanto inconsapevoli operazioni di mediazione culturale: dall’antipasto al dolce, al caffè provvediamo ad abbinare cibi provenienti da tutto il mondo e li avviciniamo alla nostra bocca senza pregiudizi né preconcetti. Consapevoli della ricchezza che sta alla base della varietà.
L’idea di In.Con.Tra.Da. è questa: coniugare il momento del pasto con il momento del dialogo, A spasso nella storia, scegliendo come avventori e interlocutori quattro signori di non più giovane età. Importante la provenienza geografica dei protagonisti: due saranno nati nel settentrione e due nel meridione.
Per questa attività non è previsto canovaccio: per far nascere un racconto prezioso, un ricordo, possono bastare le briciole sulla tovaglia e per rammentare un aneddoto fa di più un retrogusto nel palato, fermato nel tempo da una sensazione, che una qualsiasi serie di domande ben confezionate. L’esercizio della convivialità è alla base del nostro esperimento: i silenzi, intesi come assenza di parola parlata, necessari nel gioco dei pieni e dei vuoti che popolano le relazioni, sono attutiti dalla musica che, come le parole, racconta e con le parole gareggia nel completamento all’infinito inventario delle emozioni.
Spettacolo ad alto contenuto di spontaneità fra musica, storia, antropologia: “come una volta”.
L’evento può essere organizzato in forma di laboratorio e inserito in eventuali iniziative didattiche volte alla relazione e alla socializzazione fra generazioni; un incentivo nella comunicazione delle esperienze personali e del vissuto in un’ottica di tutela non formalizzata della cultura materiale e delle tradizioni.